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Immagine del redattoreMartina Tundo & Francesco Bonatesta

Non sottovalutiamo i DCA: il nostro corpo non deve essere motivo di vergogna

Aggiornamento: 30 ott


Una bilancia nel piatto
Immagine creata da Giulia Fusco (membro Youth Advisory Board).

|di Martina Tundo & Francesco Bonatesta


Spesso tendiamo a preoccuparci in modo esagerato del nostro aspetto fisico, arrivando a sviluppare una sorta di fissazione per la forma del nostro corpo. Lo facciamo forse per il bisogno di essere apprezzati dalla nostra famiglia, per il desiderio di accettazione da parte dei nostri amici, oppure per un senso di inclusione e adeguatezza nella società. Se solo avessimo meno standard preimpostati e riuscissimo a non metterci perennemente a paragone con chi ci circonda, riusciremmo a vedere realmente quanto valiamo, a prescindere dalle nostre forme.

Per questo motivo, in occasione di ottobre, il mese della salute mentale e del benessere psicosociale, vogliamo cercare di conoscere e farvi conoscere meglio una problematica che rende difficile vivere con sé stessi e con il mondo esterno, a volte nascosta da chi ne soffre per paura di essere giudicati: i disturbi del comportamento alimentare (DCA).


Cosa sono i Disturbi del Comportamento Alimentare?


I DCA sono problemi complessi che portano a cambiamenti persistenti nel modo di alimentarsi, influenzando negativamente sia la salute fisica che quella psicologica. Questi disturbi alterano profondamente il rapporto con il cibo e possono compromettere la qualità delle relazioni interpersonali, oltre che la relazione con sé stessi. Negli ultimi anni queste problematiche riguardano sempre di più anche noi giovani, nello specifico coloro che rientrano nella fascia adolescenziale influenzata dall’uso dei social network, che promuovono ideali di bellezza irrealistici favorendo una pressione per il raggiungimento di un corpo perfetto.


Come si riconoscono?


Uno dei sintomi più comuni dei DCA è la restrizione alimentare, chi ne soffre tende a ridurre drasticamente l’apporto calorico, eliminando determinati gruppi alimentari o saltando regolarmente i pasti. Questa ossessione per il controllo delle calorie è spesso accompagnata da un’eccessiva attività fisica, finalizzata principalmente alla perdita di peso. Alcune volte, dopo lunghi periodi di restrizione alimentare o situazioni di stress emotivo, si verificano episodi di abbuffate, durante i quali la persona consuma grandi quantità di cibo in un breve lasso di tempo, sfociando poi in sentimenti di colpa e vergogna. Oltre a questi comportamenti legati all’alimentazione, chi soffre di un disturbo del comportamento alimentare vive stati emotivi intensi come depressione, tristezza, rabbia, isolamento sociale, ossessioni, stati ansiosi e disturbi emotivi e psicologici.


Quali DCA esistono?


Ne esistono diverse forme, ognuna con caratteristiche specifiche.


  • Anoressia nervosa: si manifesta con una drastica riduzione dell’assunzione di cibo e una paura irrazionale di ingrassare, anche in presenza di sottopeso evidente. Alle restrizioni alimentari si possono aggiungere comportamenti come il vomito autoindotto. In particolare nel caso femminile, l’anoressia può provocare l’assenza del ciclo mestruale e gravi complicazioni per la salute fisica e mentale.

  • Bulimia nervosa: è caratterizzata da episodi ricorrenti di abbuffate, seguiti da atteggiamenti compensatori volti a prevenire l’aumento di peso, come l’uso di lassativi e il vomito autoindotto; queste situazioni possono essere pericolose per il proprio corpo danneggiando di conseguenza anche la propria autostima.

  • Binge Eating: disturbo meno noto simile alla bulimia per la presenza di abbuffate, ma non prevede comportamenti compensatori. Chi ne soffre tende a mangiare in modo rapido ed eccessivo, fino a sentirsi eccessivamente pieno, spesso senza neanche avere fame. Questo disturbo è frequentemente associato a sovrappeso, obesità e problemi metabolici, poiché chi ne soffre tende a consumare cibi ad alto contenuto di grassi e zuccheri.


Cosa fare se si pensa di soffrire di un DCA?


Se pensi di avere un disturbo del comportamento alimentare, il primo passo è parlarne con qualcuno di cui ti fidi; tuttavia, è essenziale anche consultare un medico o un professionista specializzato per ottenere una diagnosi accurata e sviluppare un piano di trattamento adeguato.


Come comportarsi se qualcuno a noi vicino ne soffre?


Se, invece, noti che una persona a te vicina mostra segni di un DCA, è importante esprimere la tua preoccupazione con empatia e senza giudizio, non insistendo con discussioni sul cibo o sull’alimentazione e cercando di creare un dialogo più sereno. Queste problematiche non sono una questione di volontà, ma malattie complesse che richiedono tempo e un trattamento multidisciplinare; per questo motivo non si deve pretendere che il problema si risolva nell’arco di pochi giorni o settimane.


Modi e consigli per affrontare il problema


È fondamentale creare un ambiente privo di giudizi e favorire un dialogo aperto con familiari, insegnanti e medici. I pasti dovrebbero essere vissuti come momenti di condivisione, non di pressione; inoltre, è necessario spostare l'attenzione dall’aspetto fisico alla valorizzazione delle qualità personali di chi sta affrontando il problema. Con il giusto supporto e un intervento tempestivo, è possibile promuovere il benessere mentale e favorire il recupero di chi soffre di DCA. A proposito di ciò, vogliamo ricordare il numero verde 800180969 messo a disposizione dalla Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare, promosso e finanziato dal Dipartimento della Gioventù e del Sevizio Civile Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Come si legge dal sito della SISDCA, il numero verde offre un "servizio di counseling e ascolto per chi soffre di questi disturbi e per i loro familiari [...] svolto da personale formato, è operativo dal lunedì al venerdì 24 ore su 24 ed è gratuito per l’utente, garantendo l’anonimato ed ha una copertura nazionale".



Fonti:




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