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Immagine del redattoreFrancesca Frecentese

Ritorno alla routine tra ignoto e incertezza

Aggiornamento: 1 dic 2020




L'arrivo di settembre 2020 porta via con sé i ricordi di un'estate vissuta diversamente rispetto a quelle precedenti e mette tutti dinanzi ad un rientro alla routine che si prospetta tutt'altro che sereno o spensierato.

Ai tempi del Covid-19 tutto sembra essere sempre in continua evoluzione e persino le cose più semplici che scandiscono le nostre giornate- lavoro, scuola, università- appaiono come una grandissima incognita. Ma la costante incertezza che stiamo vivendo a causa della pandemia che impatto ha sulle nostre vite?

Vorrei dare una chiave di lettura della questione a partire dalla mia prospettiva, quella di una neo diplomata che si trova a dover affrontare l'inizio di un nuovo percorso di studi: l'università.


L'esperienza della didattica a distanza vissuta durante il periodo di lockdown ha chiaramente mostrato la necessità assoluta di un rientro tempestivo nelle aule scolastiche e universitarie: troppi i problemi insorti a causa della distanza tra studenti e professori e soprattutto troppi gli studenti che non hanno potuto ricevere un'istruzione adeguata.


Se la maggioranza sembra essere concorde a far iniziare l'anno scolastico o accademico in presenza, le modalità per far sì che ciò che avvenga risultano ancora incerte o in alcuni casi, come il mio, ignote. Ecco dunque che all'alba di un percorso del tutto nuovo per me assieme ad una piccola dose di ansia per il nuovo ambiente in cui mi addentrerò e i relativi cambiamenti, si unisce anche il peso psicologico dell'incertezza.


Riuscirò nuovamente a seguire le lezioni dal vivo? Se le lezioni saranno in parte in presenza e in parte a distanza, riuscirò comunque a comprendere tutto senza problemi? Riuscirò ad instaurare nuovi rapporti nonostante il distanziamento sociale? Ma soprattutto, il rientro sarà effettivamente in totale sicurezza o potrebbe portare ad un nuovo aumento della curva epidemica?

Sono queste le domande che mi pongo e che credo non riguardino solo me ma chiunque, in particolare, si ritrovi ad affrontare un nuovo percorso di studi. Penso soprattutto ai più piccoli, alunni del primo anno della scuola elementare e media o del liceo. Come staranno vivendo questo inizio incerto? Che impatto può avere la parziale o totale assenza di indicazioni sulla loro persona?


Solo il tempo e la necessaria capacità d'ascolto dei protagonisti di questi passaggi incerti potranno dare risposte agli interrogativi che oggi riguardano alunni, studenti, insegnanti e genitori.

Ma gli adulti saranno capaci di ascoltare i nostri suggerimenti e i nostri disagi?




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