| di Alizée Pénot
In onore della Giornata della Democrazia, la cui celebrazione si è conclusa ieri (15 settembre), vorrei parlarvi del potere del voto attraverso le elezioni legislative in Francia.
Le elezioni legislative in Francia
Quest’estate è stata movimentata per la politica francese ed europea. Le elezioni del Parlamento europeo, tenutesi dal 6 al 9 giugno, sono state seguite dallo scioglimento dell’Assemblea Nazionale (ente legislativo che corrisponde più o meno alla Camera dei deputati) in Francia, la sera del 9 giugno. È stata una decisione storica del presidente della Repubblica francese. L’Assemblea, infatti, non veniva sciolta dal 1997. I francesi, quindi, sono tornati alle urne per eleggere una nuova Assemblea, il 30 giugno e il 7 luglio.
In Francia, come in Italia, l’affluenza alle elezioni negli ultimi decenni ha subito un calo. Entrambi i paesi sono nei primi 10 per il maggior crollo di affluenza in Europa occidentale dal 1945, secondo uno studio del CISE. L’affluenza alle elezioni legislative francesi del 2022 è stata del 47,5%, mentre alle europee del 2024 del 51,49%. In Italia, l’affluenza nel 2022 è stata del 63,91%, con un calo di 9 punti percentuali rispetto al 2018 (72,9%), mentre quella alle elezioni europee è stata del 48,31%.
Per dare un’idea della scala di questo calo, le elezioni legislative del 1978 in Francia avevano registrato un'affluenza dell'84,9%. In Italia, dal 1948 al 1979, il tasso è sempre stato superiore al 90%, e dal 1979 al 2008 mai sotto l'80%. Questi due paesi hanno una vera tradizione democratica e una storia di forte partecipazione della società civile alla politica. Negli ultimi anni sembra che questa tradizione si stia perdendo, e questo vale anche per i tassi di affluenza tra i giovani.
Quest’estate, però, la Francia ha riservato una grande sorpresa: le elezioni legislative hanno registrato un'affluenza del 66,71%. Confrontando questi risultati con quelli delle elezioni europee, caratterizzati da tassi di affluenza bassi e una possibile minaccia per la democrazia, i francesi hanno deciso di esercitare il loro diritto di voto.
Il potere del voto
In quanto giovane francese, non posso esprimere l’emozione provata la sera del 7 luglio, quando è stato annunciato un tasso di partecipazione così alto. Mi ha ridato speranza per il futuro di questo paese.
Questo risveglio è stato in gran parte dovuto ai giovani. Nelle elezioni legislative del 2022, solo il 31% dei giovani tra i 18 e i 24 anni aveva votato. Quest’estate, il 57% di loro ha votato. Lo stesso vale per la fascia 25-34 anni: nel 2022, solo il 29% di loro aveva votato, mentre quest’anno il 51% si è recato alle urne.
Cosa vogliono dire tutti questi numeri? Indicano che questo calo di affluenza e perdita della tradizione democratica, osservata negli ultimi decenni, non sono inevitabili. Siamo capaci di svegliarci e partecipare alla vita politica del nostro paese, di usare il nostro diritto di voto per sostenere la democrazia. Noi giovani non siamo impotenti. Dobbiamo agire e partecipare alle decisioni prese nel nostro paese, perché la nostra voce è importante.
La politica non è una “cosa da grandi”, non riguarda solo quelli che oggi hanno più di 30 anni. È vero che da giovani ci sono responsabilità che magari non abbiamo ancora. Forse qualcuno non paga ancora le tasse, forse qualcun altro non ha una casa propria... ma la responsabilità di votare e di interessarci sia al presente sia al futuro della nostra democrazia è nostra sin dai 18 anni in poi. Anche noi dobbiamo chiederci come vogliamo che sia il nostro paese oggi, e come vorremo che sia tra 5, 10, 20, 50 anni! Questa responsabilità non è un peso, è un nostro diritto, anzi un vero potere che abbiamo in quanto cittadini, qualunque sia la nostra situazione. Siamo noi le generazioni future, abbiamo il potere di agire sul presente, e il dovere di farlo per garantire il nostro futuro. E questo potere comincia alle urne.
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