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Il grido di bambini/e innocenti vittime di aggressioni


bambino piccolo 
che urla
@Creative Commons

di Aurora Pirri

Il 4 giugno, celebriamo la Giornata internazionale dei/lle bambini/e innocenti vittime di aggressioni. Ma possiamo davvero definirla una "celebrazione"? Più che una ricorrenza, la definirei un grido. Un appello alla coscienza di tutt* noi, per poter aprire gli occhi davanti ad una delle realtà più crudeli e inaccettabili del nostro tempo: la violenza contro i/le bambini/e.


Fateci caso: in ogni guerra le vittime più deboli sono sempre loro, i/le bambini/e.


Bambini/e con lo sguardo vuoto, che si rifugiano sotto le macerie, che non conoscono i giochi ma solo il rumore delle sirene e delle esplosioni. Bambini/e strappati/e alle famiglie, obbligati/e a combattere, oppure costretti/e a crescere troppo in fretta. Quanti/e ne vediamo in TV ogni giorno?


In molte zone del mondo, i/le bambini/e non sono solo vittime collaterali, ma bersagli strategici.


Riflettendo su questa considerazione, mi accorgo che spesso i media, ma anche l'opinione pubblica, cercano di ignorare questo dettaglio. E così, le scuole vengono bombardate, gli ospedali pediatrici attaccati e l'infanzia si trasforma in un campo di battaglia invisibile e silenzioso.


I traumi psicologici accompagnano i/le sopravvissuti/e per tutta la vita, condizionandone lo sviluppo emotivo, la capacità di fidarsi delle altre persone e persino la percezione di sé. La sofferenza è la più difficile da curare, e spesso passa inosservata proprio perché i/le bambini/e non sanno (o non possono) raccontarla. Subire questa tipologia di violenza, in un/a bambino/a lascia cicatrici ben più profonde di quelle visibili.


Secondo i dati delle Nazioni Unite, ogni anno decine di migliaia di persone di minore età subiscono violenze fisiche, psicologiche e sessuali in contesti bellici, ma anche nelle loro case o comunità. Infatti, determinati atti di violenza non riguardano solo le zone di guerra, ma anche quei Paesi che noi consideriamo “civili” o “sicuri”, ove quotidianamente si registrano casi di abusi, trascuratezza, bullismo, discriminazione.


Violenza è anche crescere senza affetto, senza protezione, senza voce.


In quanto esseri umani abbiamo il dovere morale di opporci all’ingiustizia, soprattutto quando riguarda chi non può difendersi. L’indifferenza, in questo caso, è la forma più subdola di complicità. Restare in silenzio davanti alla sofferenza dei/lle più piccoli/e significa legittimarla. Al contrario, se ci informiamo, se educhiamo chi ci sta intorno, denunciamo, sosteniamo associazioni che operano sul campo, possiamo fare concretamente la differenza.


Proteggere i/le bambini/e non è solo un atto di pietas, ma un atto lungimirante per costruire un mondo più giusto e umano. Un/a bambino/a salvato/a oggi può diventare un/a medico, insegnante, artista, cittadino/a consapevole domani. Al contrario, un/a bambino/a violato/a oggi rischia di diventare un/a adulto/a ferito/a, incapace di amare, di fidarsi, di costruire relazioni sane domani.


Non considero la Giornata del 4 giugno come semplice momento di riflessione, ma di impegno concreto, e vorrei lo faceste anche voi. Rimettiamo al centro dell’attenzione i/le milioni di bambini/e che il mondo ha dimenticato o ignorato, e ricordiamo a noi stessi/e che il valore di una società si misura dalla sua capacità di proteggere i/le più deboli.


Non mi riferisco solo al dovere morale o alla solidarietà internazionale: la tutela dell’infanzia è anche un principio costituzionale fondamentale.

L’articolo 2 della Costituzione Italiana, infatti, riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, tra cui rientra il diritto dei/lle bambini/e a vivere in sicurezza, ad essere protetti/e da ogni forma di violenza, e a crescere in un ambiente sano.

L’articolo 3 stabilisce il principio di uguaglianza e impone allo Stato il compito di rimuovere ogni ostacolo che limiti la libertà e l’uguaglianza dei/lle cittadini, compresi/e i/le più piccoli/e.

L’articolo 31, infine, è esplicito:

“La Repubblica [...] protegge l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.”

Ogni volta che un/a bambino/a subisce violenza o abbandono, viene tradita anche la nostra Costituzione.


Come ricorda l’UNICEF:

“Ogni singolo bambino, indipendentemente da chi sia o da dove si trovi, deve essere protetto.”

Questa non è solo una dichiarazione, ma un impegno che riguarda tutti/e noi. Un impegno che inizia con la consapevolezza, prosegue con l’educazione, e si concretizza nell’azione.



Fonti:


Logo di U-report on the Move
Logo dei Sustainable Development Goals
Logo di U-report on the Move
united-nations-childrens-fund-unicef-vector-logo_edited.png

Le opinioni riportate negli articoli di questo blog non riflettono necessariamente le posizioni ufficali dell’UNICEF ma sono espressione libera dei e delle giovani Bloggers

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