Che il cenone non sia solo una bella storia instagram
- martina matarazzo

- 22 dic
- Tempo di lettura: 5 min

Illustrazione di Samuele Rigano
Di Martina Matarazzo
Per me natale è il calore di casa di mia nonna che emana profumo di cenone, la soddisfazione nel suo volto quando vede noi nipoti mangiare quei piatti che con tanto amore ha preparato. I piatti della tradizione, come le tante teglie di lasagne, assolutamente esagerate rispetto al numero di persone, ma che quasi non bastano per quanto buone sono. La faccia soddisfatta con la quale ci consegna i regali incartati con cura e riposti in quel sacco, che apparentemente proprio Babbo Natale in persona le ha lasciato, quando non è altro che l’ennesima dimostrazione dell’amore che prova per noi, perché quel sacco alto quanto me, lo ha cucito lei con le sue mani.
La magia del natale sta nel pensiero che metti nel fare quei regali che fanno sentire importante la persona che li riceve. La bellezza del viso dei tuoi cari che si illumina. D’altronde la frase “conta il pensiero” non è solo una bella frase di circostanza.
Personalmente, amo fare i regali, amo impegnarmi nella ricerca di quell’oggetto che mi porta alla mente il profumo di quella persona. Ogni regalo è personale e speciale. Apprezzo moltissimo girare tra i mercatini natalizi alla ricerca di quelle piccole cose che però hanno tanto significato. L’atmosfera natalizia, le luci che illuminano le strade che le fanno assumere un nuovo sapore. Quelle strade che percorriamo ogni giorno, improvvisamente, sono diverse e tutte da scoprire. Ti senti turista anche nella tua città, permettendoti di staccare, girare, esplorare luoghi con occhi diversi anche senza andare lontano da casa.
L’avvento della tecnologia ci ha aperto tante strade, permettendoci una connessione che mai ci saremmo immaginati, ma probabilmente ci ha anche tolto tanto. Ci ha tolto la cura delle piccole cose, l’apprezzare quello che abbiamo senza sentirci in difetto rispetto agli altri. Aprendo Instagram vediamo quelle tavolate bellissime imbandite dagli e dalle influencer. E la sensazione di non essere all’altezza ci raggiunge, ci creiamo un’aspettativa sul come dovrebbe essere il nostro Natale. Come se ci dovessero essere regole su come festeggiare e come sentirci.
Non basta amarsi e dimostrarselo? Non basta stare insieme a giocare a carte? Sentire le storie dei nonni o semplicemente addormentarsi con loro sul divano? Godersi i momenti brevi che la vita ci dà con coloro che amiamo.
Apro TikTok e trovo “10 idee regalo per il tuo fidanzato“: perché dovrebbe servirmi un video per sapere cosa regalare a qualcuno? Prendiamoci il tempo, in questa vita frenetica, di conoscere davvero le persone, di affezionarci a loro e di sapere cosa potremmo regalargli per Natale. D’altronde il regalo di Natale deve venire dal cuore non deve essere un obbligo morale o un dovere. Non servono tanti soldi per dimostrare l’amore. Pensiamo ai pinguini: si regalano il più bel sassolino per dichiararsi amore eterno, quanto è bella la semplicità?
Molto spesso non ci rendiamo nemmeno conto di quanto tutte le immagini che troviamo sui social possano condizionare la nostra prospettiva del mondo. E nemmeno di quanto l’abbondanza spenga la magia del Natale. Ci convince che è necessario fare sempre di più, spendere sempre di più perché un regalo sia socialmente reputato bello. E questa cosa paradossalmente ci complica la vita, trasformando il regalo in un peso. Sono sicura che almeno una volta è capitato anche a voi!
Prendiamo come esempio il fenomeno americano dell’Angel trees. Il programma “Angel Tree” è gestito dalla Salvation Army, esiste da oltre quarant’anni e consiste in alberi di Natale dove sono presenti bigliettini con il nome di una persona in difficoltà, e una sua lista di desideri. La gente può scegliere un bigliettino e comprare i regali per quella persona. Questo fenomeno negli ultimi anni, in particolare dal 2023, è esploso su TikTok passando da un trend positivo a qualcosa di un po’ più controverso. Infatti, da due anni a questa parte molti ragazzi e influencer hanno iniziato a postare dei video dove documentavano l’acquisto dei regali per gli “angeli” dell’albero, spesso ricevendo decine e milioni di visualizzazioni. Guardiamo la doppia faccia di questa medaglia: da un lato vi è la spinta social che rende le persone più consapevoli e partecipi della beneficenza; dall’altro vediamo come questo gesto si trasforma in qualcosa di competitivo, performativo e giudicabile.
All’interno dell’articolo di salon.com l’autrice ci fa notare come col tempo i video riferiti a questo fenomeno siano diventati sempre più centrati su una performance di bontà e giudizi da parte degli utenti che guardano i video sui i donatori. Si critica chi compra troppo, chi troppo poco, chi in modo sbagliato, creando discussioni su cosa sia il giusto modo di fare beneficenza. In particolare, l’articolo di riferimento, riporta casi di chi dona comprando una borsa più economica rispetto a quella richiesta venendo in seguito bombardati da un vortice di odio nei commenti oppure basta aprire TikTok e cercare nella barra di ricerca, perché spuntino migliaia di video dove vengono smascherati coloro che alla fine del video lasciano il carrello pieno tra gli scaffali senza concludere effettivamente la beneficenza. Questi esempi mostrano come un’azione buona possa diventare oggetto di discussione e modo di giocare, servendosi di quest’azione per aumentare l’engaging al contenuto.
Adesso riflettiamo noi su questa vicenda: partendo dal presupposto che la maggior parte di noi è fortunata a poter festeggiare il Natale circondati d’amore e da regali da scartare. L’iniziativa è assolutamente onorevole, perché non tutti hanno la possibilità di ricevere qualcosa per Natale. Credo fermamente che la beneficenza in qualsiasi modo sia fatta, sia un valore aggiunto alla nostra società: è quello che ci unisce e ci avvicina forse, a quella social catena di cui parlava Leopardi Ma non deve essere un qualcosa che ci sentiamo in dovere di fare. Possiamo partecipare in qualsiasi modo e ognuno con la propria disponibilità.
Ad esempio, l’iniziativa “Giocattolo sospeso” nata a Napoli consiste nel comprare un giocattolo pagato in negozio che verrà poi donato a bambini in difficoltà. Anche l’UNICEF promuove un’iniziativa simile, il “Regalo Sospeso” a favore di oltre 2.500 bambini ospiti in strutture ospedaliere e in case-famiglia in Italia e di tanti bambini vulnerabili nel mondo.
Diffondere le iniziative di beneficenza sui social credo sia importante per spargere consapevolezza sulla possibilità di donare, ma non deve diventare solo un modo per mostrarci “bravi” agli occhi di chi ci guarda.
Sforziamoci di ricordare com’era il Natale quando eravamo piccoli, le sensazioni che se ci provocava non erano altro che gioia e quell’ impaziente attesa di scartare quei giocattoli che tanto desideravamo. Da bambina, il mio albero non è mai stato pieno di regali, ma questo, non mi ha mai tolto lo spirito del Natale, anzi forse me lo ha fatto apprezzare ancora di più. E oggi a 21 anni, credo fermamente che tutto giri intorno a questo.
Prendiamo esempio dai bambini, che riescono a divertirsi più con la scatola di cartone del gioco che con il gioco stesso. Coltiviamo la curiosità, l’attenzione e l’immaginazione. Giochiamo e facciamo giocare queste nuove generazioni. Che il telefono troppo presto non tolga la capacità di divertirsi disegnando su un foglio o giocando con la farina.
Lo so, crescendo le preoccupazioni aumentano e gli impegni prendono la maggior parte dello spazio all’interno del nostro cervello, ma credo che in questo Natale dovremmo imparare ad apprezzare la tranquillità. Scegliere di prendersi un momento per se stessi e per la propria famiglia. O semplicemente sedersi, respirare e scrivere.
Impariamo ad apprezzare le piccole cose, i biglietti di auguri prima del regalo, il momento prima della foto.
A proposito di questo vi lascio questo pezzo di Catania in festa perché possiate immergervi nella magia del nostro natale e per chi è di Catania che possiate magari vederla sotto questa luce più poetica cogliendone la bellezza senza darla per scontato!
E per te, cos’è il Natale?
Video di Martina Matarazzo e Samuele Rigano
Fonti:
TikTok made Angel Trees a trend. Now it’s making them a scapegoat
Regalo Sospeso UNICEF:


