Celebrare il Vesak: abbracciare la luce, la gentilezza e la saggezza del Buddha
- Matteo Ianni

- 26 mag
- Tempo di lettura: 3 min

di Matteo Ianni
In un mondo sempre più frenetico, dove le feste spesso si identificano con regali, musica e cibo, esiste una celebrazione molto diversa, caratterizzata da lanterne, silenzio, meditazione e atti di bontà. Questa festa è il Vesak, una delle celebrazioni più rilevanti per i seguaci del buddhismo. Tuttavia, anche per chi, come me, non è buddhista, può rappresentare un'opportunità per esplorare una cultura ricca di valori, tradizioni e significati profondi.
Chi era il Buddha?
Il Buddha non si è mai considerato un dio o un'entità superiore, ma piuttosto un uomo che aveva scoperto un modo di vivere in pace e senza timori. I suoi insegnamenti si sono diffusi globalmente e continuano ad ispirare milioni di persone grazie alla sua bontà.
Che cos’è il Vesak e perché si celebra?
Il Vesak, noto in altre parti del mondo come Buddha Day o Buddha Purnima, è la celebrazione di tre eventi fondamentali nella vita del Buddha, tutti accaduti nello stesso giorno: la sua nascita, simbolo del percorso verso la saggezza, la sua illuminazione, il momento di vivere senza dolore, illusioni o desideri e la sua morte (o meglio, il suo passaggio nell’aldilà), che nel buddhismo non è vista come una fine triste, ma come il completamento del suo viaggio.
Il Vesak si celebra durante la luna piena del mese di maggio (o a volte a fine aprile, a seconda del calendario lunare).
Come si festeggia nel mondo?
Penso che il fascino del Vesak risieda proprio nel fatto che, nonostante sia una celebrazione antica, continui ad essere profondamente apprezzata in molte parti del mondo. Ogni paese, infatti, ha le proprie sfaccettature, ma ci sono alcuni elementi comuni.
Ad esempio, in diversi paesi come lo Sri Lanka o la Corea, le strade si accendono di lanterne colorate, spesso realizzate a mano. La luce rappresenta l'illuminazione del Buddha e la speranza che anche noi possiamo "illuminare" le nostre vite. Altro tratto comune è quello è rappresentato dalle offerte nei templi: i devoti portano fiori, candele, incenso e cibo nei templi per onorare il Buddha. I fiori, che appassiscono rapidamente, ci ricordano che tutto cambia e che la bellezza è effimera. Anche la meditazione e il silenzio sono al centro del Vesak: molte persone dedicano parte della giornata alla meditazione, alla riflessione, alla lettura degli insegnamenti buddhisti o semplicemente al silenzio per ascoltare la propria voce interiore. Infine, un aspetto meraviglioso del Vesak è che viene considerato un giorno ideale per compiere atti di bontà: donare ai poveri, aiutare qualcuno, visitare gli anziani o i malati, chiedere scusa, perdonare. Alcuni liberano animali come segno di rispetto per la vita.
Una celebrazione unica e rilevante per tutt* noi
Vi starete forse chiedendo perché io abbia scelto di scrivere riguardo questa festività. Come già detto all'inizio, contrariamente a molte celebrazioni che conosciamo, il Vesak non si concentra sul consumo, ma sulla riflessione e sul miglioramento personale.
Non si tratta di "festeggiare" nel senso tradizionale, ma di coltivare la pace interiore e condividerla con altre persone. E secondo me, proprio per questo motivo, la celebrazione in questione ha qualcosa da insegnare a ciascun* di noi, ricordandoci elementi essenziali che, in un mondo caotico e frenetico come il nostro, spesso tendiamo a dimenticare o trascurare.
Il Vesak ci insegna che la gentilezza è sempre attuale. Anche un piccolo gesto può migliorare la giornata di qualcun*. Ci insegna che la felicità non si acquista, si coltiva dentro di noi. Ci insegna che prendersi una pausa è salutare: per ascoltare sé stess*, respirare e osservare il mondo senza fretta. Ci insegna che tutt* noi possiamo diventare più consapevoli, più presenti, meno influenzat* da distrazioni o da giudizi altrui.
Fonti:



