top of page

Eolico in Sardegna: facciamo il punto della situazione


Pale eoliche in Sardegna
Wix Photo

di Emma Biolchini

Sul tema dell'eolico in Sardegna la popolazione è divisa: c'è chi vede la costruzione dell’eolico come una vera e propria forma di colonizzazione, e chi invece dice "va bene farlo, ma nella giusta misura”. Se ne dibatte da tempo ed oggi mi chiedo quale sarà il futuro dell'isola. Essendo sarda, ho vissuto personalmente le vicende legate alla tematica, grazie alle quali ho capito come la transizione ecologica sia più complessa di quanto si possa pensare.


Facciamo un passo indietro e rivediamo quel che è successo negli ultimi anni.


Nel luglio del 2021 la Commissione Europea ha presentato il pacchetto “Pronti per il 55%”, che prevede la transizione verso forme di energia più pulite. Questo insieme di atti legislativi, il cui obiettivo è ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, rientra nel piano dell'EU di far provenire la maggior parte dell’energia consumata all'interno dell'area europea da fonti rinnovabili entro il 2050.

In ambito nazionale, invece, il Decreto Draghi del 2021 stabiliva che l’Italia avrebbe dovuto produrre 80 GW in più da fonti di energia rinnovabile, da dividere tra le regioni in base al loro potenziale.

Nel caso della Sardegna, ad esempio, il fabbisogno energetico ammonta a 8 GW. Ad oggi il 68,6% dell’energia prodotta è ricavata da fonti termoelettriche, e solo il 15,4% dall’eolico e il 12,1% dal fotovoltaico. Secondo il decreto Draghi, il territorio sardo dovrebbe arrivare a produrre 6,2 GW in più da energie rinnovabili, chiudendo contestualmente le centrali termoelettriche di Portovesme e Fiumesanto.


Il ragionamento inizia a farsi complesso quando, nella primavera/estate 2023, in Sardegna vengono presentate 809 richieste di allaccio di produzione di energia rinnovabile alla rete elettrica nazionale. Adesso, se un'azienda cerca 2 nuove figure da inserire nel proprio team, e al colloquio si presentano 500 candidati, quante persone verranno assunte? Sempre 2. Allo stesso modo, è assurdo pensare che la Regione Sardegna potesse approvare un numero così enorme di proposte. Infatti, su queste 809 richieste solo una minima parte è stata accettata (5,8%): sulla richiesta di costruzione di 2.300 pale ne sono state costruite solamente 135.


Al contempo la popolazione sarda si è spaventata per ciò che è stato denominato come 'assedio eolico' dall’Unione Sarda, decidendo così di mobilitarsi. Il 31 luglio 2024, infatti, inizia la raccolta firme per la legge 'Pratobello ‘24'*, raggiungendo già entro la prima settimana di agosto le 10mila firme richieste per essere esaminata dal Consiglio regionale sardo.


Sostanzialmente, se la Regione aveva stabilito che soltanto l’1% del territorio sardo era idoneo all’eolico, secondo questa proposta, invece, la produzione di energia eolica in Sardegna non avrebbe dovuto avere alcuno spazio, seguendo lo slogan 'non ci sono aree idonee'.

Inoltre, il movimento della raccolta firme contro l'eolico ha puntato soprattutto sulla tutela del paesaggio, con l’obiettivo di salvaguardare il territorio ed evitare 'irreversibili compromissioni'. 


Manifestazione davanti al Consiglio Regionale, ottobre 2024
Manifestazione davanti al Consiglio Regionale, ottobre 2024

Infine, lo scorso 28 gennaio il Governo Meloni ha impugnato la legge 20/2024 della Regione Sardegna sulle aree idonee alla realizzazione di impianti per le energie rinnovabili, poiché secondo il Governo la norma presenterebbe dei profili di incostituzionalità**.


A questo punto, sorge spontanea una domanda: quale sarà il futuro della Sardegna? E come ricomporre la frattura tra una popolazione così divisa sull'eolico?


Risulta oggi evidente che la Sardegna deve avere un ruolo nella transizione ecologica italiana ed europea, è impensabile che non venga presa neanche una decisione in merito e si rimanga allo status quo. L’SDG 7 afferma che, entro il 2030, è necessario poter accedere ad energie sostenibili e moderne, ossia il rinnovabili. 


La situazione rimane quindi incerta: è chiaro che il futuro dell’Italia e della Sardegna risiede nel passaggio alle rinnovabili, ma come questo avverrà dipende dalla decisione della Corte Costituzionale. 


*Il giornale ha giocato un ruolo cruciale nella situazione, dal momento che sostiene in modo palese la proposta di legge Pratobello ‘24. Chi conosce la storia della Sardegna, comprenderà lo spirito con cui questa legge è stata presentata: fa infatti riferimento  alla protesta del 1969 a Orgosolo contro la militarizzazione del territorio.

**“La disposizione regionale impugnata, incidendo sul raggiungimento dei target imposti dalla normativa unionale, si porrebbe in contrasto con la direttiva 2018/2001/UE, perché comprometterebbe gli impegni assunti dallo Stato italiano nei confronti dell’Unione europea volti a garantire la massima diffusione degli impianti da fonti di energia rinnovabili”.



Fonti:



Comments


Logo di U-report on the Move
Logo dei Sustainable Development Goals
Logo di U-report on the Move
united-nations-childrens-fund-unicef-vector-logo_edited.png
  • Instagram
  • Facebook
  • Twitter
  • YouTube
bottom of page