Oltre il mare. Voce e speranze di un migrante che vive in Italia.
- Alpha Oumar Diallo

- 21 lug
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 16 set
Alpha Oumar Diallo
Oggi, la parola "migrante" viene usata troppo spesso per incutere paura, per dividere, per creare una differenza. E trovo questo profondamente anormale. Perché?
Perché dietro questa parola ci sono esseri umani. Ci sono vite come la mia, sogni, sforzi.
C'è anche una verità che molti si rifiutano di vedere: i migranti contribuiscono a far progredire questo Paese, attraverso il lavoro, le tasse, i contributi che versano. L'Italia non deve vedere i migranti come un peso, ma come una forza. Una forza di lavoro, innovazione, cultura e diversità. Una risorsa umana che ha semplicemente bisogno di essere riconosciuta e rispettata.
Invece si parla quasi sempre degli aspetti negativi. Ma molto spesso, chi si oppone al fenomeno della migrazione non ha mai lasciato il proprio villaggio o Paese. Si tende a parlare di una realtà di cui non si sa nulla. Ci si affida alla paura, agli stereotipi, mai all'esperienza o alla verità sul campo.
Bisogna dirlo chiaramente: nel gioco politico, i migranti diventano troppo spesso un bersaglio facile. È una strategia che permette di ottenere voti rapidamente. Ma dovremmo fermarci a riflettere sul fatto che il vero problema dell'Italia non è l'immigrazione.
Vivo in Italia da poco più di due anni, e vedo cosa succede. Essere migrante arrivato da poco significa affrontare ogni giorno numerose difficoltà: a volte aspettiamo i documenti per mesi e mesi, senza risposta. Senza permesso di soggiorno, non possiamo lavorare legalmente o affittare una casa. Alcuni di noi sono costretti a dormire per strada o vengono sfruttati sul lavoro senza contratto, con paghe bassissime. Soffriamo di rifiuto e indifferenza. Viviamo isolati, senza supporto, nonostante tutto quello che abbiamo passato: guerra, allontanamento dalle nostre famiglie e comunità, viaggi pericolosi.
Se sei Sto arrivato da poco, ascolta attentamente i miei consigli: L'Italia è un paese di libertà, ma anche di diritto. Impara l'italiano, rispetta la cultura, fai amicizia e partecipa alla vita locale. Evita problemi con le persone e con la legge, non prendere mai i mezzi pubblici senza biglietto. L'integrazione e l'inclusione richiedono tempo. Concentrati sui tuoi obiettivi.
Vai a scuola o impara un mestiere: avere una competenza ti aprirà le porte.
Non lasciarti coinvolgere in gruppi che potrebbero metterti in pericolo.
Molti servizi possono supportarti. Non esitare a fare domande.
Sono un migrante, e posso dirvelo chiaramente: non tutti i migranti sono criminali. È una semplice verità che troppe persone dimenticano. Quando sento la parola "migrante" pronunciata con sospetto o disprezzo, non posso fare a meno di pensare a coloro che ho incontrato lungo il cammino: bambini, giovani, madri, padri. Esseri umani.
Alcuni, come me, fuggono dalla guerra; altri fuggono dalla povertà, dall'insicurezza, dalla fame o dalla violenza. E ci sono anche minori non accompagnati, senza padre o madre, abbandonati a se stessi in un Paese che non conoscono.
Come si può rimanere indifferenti? Come si può non tendere la mano?
So cosa significa ripartire da zero. E nonostante tutte le difficoltà, nonostante gli sguardi, nonostante i muri visibili o invisibili, vedo i miei colleghi intorno a me che non si arrendono. Lavorano, si prendono cura degli altri, puliscono, costruiscono. Semplicemente contribuiscono. All'economia, alla società, alla cultura. In Italia, molti settori non sopravviverebbero: agricoltura, ristorazione, assistenza agli anziani, edilizia. Sono lavori che facciamo con coraggio e dignità.
Da giovane migrante coraggioso, oggi mi rivolgo allo Stato italiano: per favore, accelerate le procedure di regolarizzazione. "Viviamo con una sola mano su questa terra, e a volte nemmeno una mano intera". Dateci la possibilità di respirare, di esistere legalmente, di contribuire apertamente.
E soprattutto, aprite più percorsi formativi per i giovani migranti provenienti di tutto il mondo. Molti di noi hanno idee, competenze e creatività. Ma ci mancano gli strumenti, le opportunità e i mezzi per mettere in pratica ciò che portiamo dentro.
Parlo con il cuore, con la mia realtà. Questo articolo non è solo per i migranti; è per tutti.
Per coloro che desiderano un futuro più equo, più umano e più inclusivo.
Grazie!
Alpha Oumar.





